La narrazione di questo romanzo non coincide con il racconto di verità, è la ricostruzione di fatti e avvenimenti insaporiti e contornati da personaggi verosimili e da un pizzico di fantasia e invenzione. Il racconto, seppur ambientato in Sardegna, non tratta di faide, di assassini o sequestri di persona, non parla di traffico di armi o spaccio, parla della vita di una comunità. In un ben definito periodo storico, intorno alle mura di pietra calcare della Chiesa patronale nell’immaginario paese di Nisìu, racconta le vicissitudini di una comunità e di un prete chiamato “Sa Musca caddina”, protagonista principale che, come leggenda dice, mentre veniva allontanato dal paese, lanciò un misterioso anatema su di esso. Nel lungo percorso legato alla storia dei tempi, sono state rielaborate le vicissitudini, le guerre, la povertà e la miseria, gli intrecci legati ai “pastori di anime” che hanno guidato la Parrocchia. Al centro di ogni vicenda, una sofferta storia d’amore, ostacolata dalla lotta tra fazioni in guerra per la supremazia. Nel viaggio alla ricerca della tradizione, del legame con i luoghi in cui la storia è stata ambientata, indagare tra le origini, è stato desiderio, stimolo, piacere.