Non è un saggio di Storia, ma un “romanzo d’ambiente” completamente inventato; o quasi. Però la Storia c’è: con l’Affaire Alfred Dreyfus, con la Battaglia di Durazzo, con il delitto Le Marchand, con il Flagello della Fillossera, con le vicende della Badessa e della Vitivinicoltura nel Nord Salento. “La Contessa del Negroamaro” è la rivincita di un territorio che ha perduto nel tempo la sua identità. Il romanzo va indietro nel tempo e riscopre le vicende di una donna, di una superba signora francese, che per vicende personali sceglie di vivere nel Salento, nella tenuta di famiglia della “Badessa Vecchia”. La signora Germaine Le Merchand è una donna di coraggio, che travolge ogni cosa; investe anche il cuore di Tristano Caracciolo, principe di Forino, che si innamora di lei e la sposa. Insieme, lui Principe e lei Contessa, scoprono la forza e il carattere dei contadini del Salento, una terra abituata ad essere governata dal potere supremo del “cielo”, del “comu piace a Diu”, di fronte al quale si prega e non si bestemmia. Il “cielo” ieri ha mandato la fillossera contro i vigneti, così come oggi ha mandato la xilella contro gli uliveti. Il “romanzo” racconta della ripresa dopo la fillossera: basta avere il coraggio e la forza di volontà per riemergere, così come si fece ai tempi de “La Contessa del Negroamaro”.
Motivazione menzione
Per aver raccontato, attraverso una narrazione storica che ha il respiro dei classici, una vicenda senza tempo che mescola drammi familiari, storie d’amore e aneliti di rinascita con il grande impegno profuso da una coraggiosa donna francese per riportare il vigneto salentino all’originaria identità e all’antico splendore dopo il flagello della fillossera.
La Giuria